“Nella formulazione e nell’attuazione delle politiche dell’Unione nei settori dell’agricoltura, della pesca, dei trasporti, del mercato interno, della ricerca e sviluppo tecnologico e dello spazio, l’Unione e gli Stati membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere animale in quanto esseri senzienti, rispettando nel contempo le disposizioni legislative o amministrative e le consuetudini degli Stati membri per quanto riguarda, in particolare, i riti religiosi, le tradizioni culturali e il patrimonio regionale” (Art. 13, Trattato di Lisbona).
“Il benessere è lo stato felice di salute, di forze fisiche e morali” (Def. Treccani)
Le cinque libertà
Il benessere animale attiene alla qualità di vita dell’animale e non riguarda solo lo stato di salute fisico, ma anche quello mentale. E soprattutto lo stile di vita condotto in quel territorio e in quella circostanza.
Una condizione di benessere ottimale è definita tale quando gli animali sono in salute, in forma e potenzialmente felici. Riportiamo uno dei primi documenti ufficiali sul benessere animale, il Brambell Report (1965), che elenca le cinque libertà necessarie per garantire la salute degli animali e far sì che l’animale svolga le sue attività fisiologiche, biologiche e comportamentali:
- Dalla sete, dalla fame e dalla cattiva nutrizione: la qualità, la quantità e la frequenza dei pasti si calcola in base alle condizioni fisiologiche;
- Di avere un ambiente fisico adeguato: l’ambiente non deve essere fonte di disagio per l’animale, ma deve costituirne un riparo;
- Dal dolore, dalle ferite, dalle malattie: la presenza di sofferenza e la mancata diagnosi di patologie può indurre a gravi conseguenze;
- Di manifestare le caratteristiche comportamentali specie-specifiche: gli animali si comportano in modo naturale in compagnia di animali della stessa specie e in strutture adeguate;
- Dalla paura e dal disagio: la paura ed altre emozioni negative portano malessere e sofferenza psicologica.
I ruoli principali
L’allevatore, in quanto responsabile degli animali, deve sorvegliare ed accorgersi delle eventuali condizioni di malessere, mentre l’occhio scientifico del medico veterinario diagnostica le condizioni sanitarie dell’allevamento e ne valuta l’ambiente: sono presenti oggetti pericolosi o rischi per l’animale? L’animale è sano o presenta lesioni o sintomi riconducibili a gravi patologie? I luoghi adibiti a svezzamento ed infermeria sono puliti a dovere?
Un esempio di situazione di rischio è il sovraffollamento di animali negli stabilimenti o nei box, nei quali mancherebbe lo spazio in cui vivere. Tutte queste valutazioni devono essere inserite dal veterinario aziendale nelle check-list messe a disposizione dal sistema ClassyFarm, seguendo tre livelli di punteggio:
- Insufficiente: una valutazione negativa presenta un rischio elevato, con elementi pericolosi e condizioni igieniche pessime;
- Migliorabile: il livello di sanità è buono, ma necessita di essere perfezionato;
- Ottimale: si tratta della condizione migliore con un benessere alto e un rischio nullo.
L’istituto che svolge attività di supporto nei confronti delle autorità competenti in materia di benessere animale è il Centro di Referenza Nazionale per il Benessere Animale (CReNBA), con sede presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, sezione di Brescia.
La tutela del prodotto alimentare
Purtroppo, di tanto in tanto succede che le regole di benessere e di biosicurezza non vengano rispettate e in assenza di controlli costanti, gli allevatori meno professionali si sentano “liberi” di occuparsi degli animali nelle modalità che preferiscono.
Gli animali all’interno degli allevamenti devono essere allevati in condizioni di benessere, riposare e accudire se stessi, competenza responsabile dell’operatore, affinché venga tutelata la qualità e la sicurezza dei prodotti loro derivati. ClassyFarm è il sistema che elabora i dati a propria disposizione e arriva alla definizione di un indicatore di rischio dell’allevamento: questa classificazione sarà la condizione che consentirà di arrivare alla certificazione delle qualità delle produzioni zootecniche.