Diverse le questioni affrontate mercoledì 13 marzo durante il Tg2 Post, dedicato agli allevamenti intensivi e alla conseguente istituzione del sistema ClassyFarm. Un reportage sugli allevamenti di suini all’interno di alcuni stabilimenti del Nord Italia, in cui l’applicazione delle condizioni igienico-sanitarie, di biosicurezza e di giusto impiego dell’antibiotico avviene in modo diverso.
Pertanto, il Direttore Generale della Sanità Animale Silvio Borrello, garantisce la qualità della carne che viene messa sul mercato e venduta al consumatore. “Un animale in buona salute con standard di benessere rispettati, è un animale che produce alimenti di maggiore qualità e consuma meno farmaci”.
In studio erano presenti anche il deputato e allevatore Guglielmo Golinelli e il Direttore esecutivo di Animal Equality Matteo Cupi. I due sono discordanti sui parametri sanitari messi in atto, consentiti dalle normative ministeriali. Secondo il primo, l’animale è fonte di reddito e il mantenimento di alcuni criteri porta a costi aggiuntivi, che spesso l’allevatore non può permettersi. Al contrario, secondo Cupi, la priorità dev’essere data al solo benessere dell’animale, per la tutela della sanità pubblica.
Questione etica o questione economica? L’unica certezza è che la mancanza di rispetto dei parametri di biosicurezza rappresenta un danno nei confronti dell’animale, dell’allevatore e del consumatore. Ecco spiegato uno dei motivi che hanno portato all’istituzione del sistema di integrazione dei dati, ClassyFarm, che offre l’opportunità di migliorare la qualità di gestione dell’allevamento, raffinando i controlli.